venerdì 30 gennaio 2009

Gruppo Generali

Il Gruppo
Il Gruppo Generali è una delle più importanti realtà assicurative e finanziarie internazionali. Il Gruppo, leader in Italia, ha come capofila Assicurazioni Generali S.p.A. fondata a Trieste nel 1831.

Da sempre caratterizzate da una forte proiezione internazionale e oggi presenti in 40 Paesi, le Generali hanno consolidato la propria posizione tra i maggiori gruppi assicurativi europei e mondiali, acquisendo una crescente importanza sul mercato europeo occidentale, principale area di operatività, dove si collocano ai primi posti in Germania, Francia, Austria, Spagna, Svizzera, nonchè Israele.

Nel corso degli ultimi anni, il Gruppo ha ricostituito una significativa presenza nei paesi dell'Europa centro-orientale e ha cominciato a svilupparsi nei principali mercati nell'Estremo Oriente, tra cui la Cina.

Nell'ultimo decennio, il Gruppo ha inoltre ampliato il proprio campo d'azione dal business assicurativo all'intera gamma dei servizi finanziari e di risparmio gestito.

Fonti alternative di energia....Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Per fonte di energia alternativa (o anche energie alternative) si intende un modo di ottenere energia elettrica fondamentalmente differente da quella ottenuta con l'utilizzo dei combustibili fossili, che costituiscono le fonti "non rinnovabili".
Spesso tale classe di fonti energetiche viene confusa o assimilata a quella delle fonti di energia rinnovabile (che in inglese sono sinonimi) o anche a quella delle fonti energetiche in grado di permettere uno sviluppo sostenibile. In realtà le fonti di energia alternativa comprendono una classe più ampia di forme di produzione di energia comprendendo "qualunque" modo di produzione di energia che non avvenga mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Una differenza sostanziale ad esempio è la presenza fra le fonti alternative dell'energia nucleare, che non viene compresa nelle altre due classi.
Il termine divenne di uso comune negli anni '70, a valle delle crisi petrolifere del 1973 e 1979, che avevano fatto vedere in maniera chiara le problematiche poste da un mondo dell'energia troppo dipendente dal petrolio e, in generale, dall'approvvigionamento di fonti fossili.
Negli ultimi trent'anni sono state investite nella ricerca in tal senso molte risorse umane ed economiche. Nonostante ciò, uno dei problemi è rappresentato da conflitti d'interesse tra chi dovrebbe investire i fondi nella ricerca e chi produce attualmente l'energia o chi vende petrolio: di conseguenza vengono a mancare le alternative per il futuro.
Ad oggi sta aumentando, da parte di numerosi ricercatori la preoccupazione per il futuro energetico dell'umanità. Secondo modelli ritenuti generalmente validi come ad esempio il modello di Hubbert, sembra che il petrolio sia in fase di esaurimento (molti pensano che si stia superando il picco di Hubbert). Se ciò si rivelasse vero, provocherebbe delle ripercussioni enormi (alcuni parlano di ripercussioni catastrofiche) sull'economia, lo sviluppo e il sostentamento dell'umanità nei prossimi decenni (in particolare del mondo industrializzato, che maggiormente utilizza queste fonti), in quanto estremamente dipendenti dal petrolio. Una via indicata da molti per non incappare in questi eventi, è l'emancipazione dall'utilizzo del petrolio come fonte energetica, investendo risorse, ricerca e fondi nello sviluppo di fonti alternative di energia, che attualmente ricoprono una percentuale pari a circa il 20% della produzione energetica mondiale. Alcune fonti energetiche alternative sono rappresentate da:
energia nucleare (sia a fissione che a fusione)
energia idroelettrica
energia geotermica
energia ricavata dalla biomassa e biogas (anche biodiesel, vedi olio di colza)
energia eolica
energia solare (sia attraverso centrali solari termiche che fotovoltaiche)
energia del moto ondoso e delle maree
energia prodotta dalla dissociazione molecolare

martedì 27 gennaio 2009

Per saperne di più........




Fotovoltaico



Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che sfrutta l'energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.






Impianti fotovoltaici a isola

Questa famiglia identifica quelle utenze elettriche isolate da altre fonti energetiche, come la rete nazionale in AC, che si riforniscono da un impianto fotovoltaico elettricamente isolato ed autosufficiente.
I principali componenti di un impianto fotovoltaico a isola sono generalmente:
- Campo fotovoltaico, deputato a raccogliere energia mediante moduli fotovoltaici disposti opportunamente a favore del sole;
- Regolatore di carica, deputato a stabilizzare l'energia raccolta e a gestirla all'interno del sistema;
- Batteria di accumulo, deputata a conservare l'energia raccolta in presenza di irraggiamento solare per permetterne un utilizzo differito da parte dei carichi elettrici.
-inverter, deputato a convertire la tensione continua (DC) in uscita dal pannello (solitamente 12 o 24 volt) in una tensione alternata (AC) più alta (solitamente 110 o 220 volt)
Il campo fotovoltaico in genere impiegato per gli impianti ad isola è ottimizzato per una specifica tensione di sistema, decisa solitamente in fase di progettazione del sistema stesso. Le tensioni più utilizzate sono 12 o 24 V. Conseguentemente, essendo la maggior parte dei moduli fotovoltaici in commercio a 12 o 24 V, le stringhe elettriche che formano il campo sono molto corte, fino al limite del singolo modulo per stringa. In quest'ultimo caso, in pratica, il campo fotovoltaico è costituito da semplici paralleli elettrici tra moduli, occasionalmente dotati di diodi.
Il regolatore di carica ha tra le sue funzionalità più tipiche quelle di:
stacco del campo fotovoltaico dalla batteria in caso di tensione inferiore a quello utile a quest'ultima, come ad esempio dopo il tramonto;
stacco del campo fotovoltaico dalla batteria in caso di ricarica totale di quest'ultima;
stacco dei carichi elettrici dalla batteria in caso di scarica profonda di quest'ultima(batteria ormai esaurita).
L'accumulatore è in genere costituito da monoblocchi o elementi singoli specificamente progettati per cariche e scariche profonde e cicliche. Non sono in genere impiegati accumulatori per uso automobilistico, che pur funzionando a dovere vengono rapidamente esauriti nelle prestazioni a causa della gravosità di questo impiego.



Impianti fotovoltaici connessi alla rete


Questa famiglia identifica quelle utenze elettriche già servite dalla rete nazionale in AC, ma che iniettano in rete la produzione elettrica risultante dal loro impianto fotovoltaico, opportunamente convertita in corrente alternata e sincronizzata a quella della rete.
I principali componenti di un impianto fotovoltaico connesso alla rete sono:
Campo fotovoltaico, deputato a raccogliere energia mediante moduli fotovoltaici disposti opportunamente a favore del sole;
Inverter, deputato a stabilizzare l'energia raccolta, a convertirla in corrente alternata e ad iniettarla in rete;
Quadristica di protezione e controllo, da situare in base alle normative vigenti tra l'inverter e la rete che questo alimenta.
Componente spesso sottovalutata, i cavi di connessione, che devono presentare un'adeguata resistenza ai raggi UV ed alle temperature.
I vari gestori di rete sono chiamati dalla vigente normativa italiana a fornire il servizio di net metering a titolo gratuito, fatte salve le spese di gestione, che si concretizzano in genere nel canone annuo di locazione di un contatore piombabile, dedicato esclusivamente alla misurazione dell'energia elettrica prodotta, e connesso a quello di consumo per permettere di autoconsumare sul posto, iniettare in rete o prelevare dalla rete l'energia in modo trasparente.
Questo tipo di impianti, grazie alle incentivazioni stabilite dai paesi ratificanti il Protocollo di Kyōto, e concretizzatesi in Italia con il cosiddetto Conto energia, hanno avuto un aumento esponenziale di applicazioni.


Caratteristiche dell'impianto

La potenza nominale di un impianto fotovoltaico si misura con la somma dei valori di potenza nominale di ciascun modulo fotovoltaico di cui è composto il suo campo, e l'unità di misura più usata è il chilowatt picco (simbolo: kWp).
La superficie occupata da un impianto fotovoltaico è in genere poco maggiore rispetto a quella occupata dai soli moduli fotovoltaici, che richiedono, con le odierne tecnologie, circa 8 m² / kWp ai quali vanno aggiunte eventuali superfici occupate dai coni d'ombra prodotte dai moduli stessi, quando disposti in modo non complanare. Da osservare che ogni tipologia di cella ha un tipico "consumo" in termini di superficie, con le tecnologie a silicio amorfo oltre i 20 m² / kWp. Negli impianti su terreno o tetto piano, è prassi comune distribuire geometricamente il campo su più file, opportunamente sollevate singolarmente verso il sole, in modo da massimizzare l'irraggiamento captato dai moduli. Queste file vengono stabilite per esigenze geometriche del sito di installazione e possono o meno corrispondere alle stringhe, ovvero serie, elettriche stabilite invece per esigenze elettriche del sistema.
In entrambe le configurazioni di impianto, ad isola o connesso, l'unico componente disposto in esterni è il campo fotovoltaico, mentre regolatore, inverter e batteria sono tipicamente disposti in locali tecnici predisposti.
La prassi vuole che gli impianti fotovoltaici vengano suddivisi per dimensione in 3 grandi famiglie, con un occhio di riguardo soprattutto a quelli connessi alla rete:
Piccoli impianti: con potenza nominale inferiore a 20 kWp;
Medi impianti: con potenza nominale compresa tra 20 kWp e 50 kWp;
Grandi impianti: con potenza nominale maggiore di 50 kWp.
Questa classificazione è stata in parte dettata dalla stessa normativa italiana del Conto energia, tuttavia il "Nuovo conto energia" del Febbraio 2007 definisce tre nuove tariffe incentivanti: da 1 a 3 kwp, da 3 a 20kwp e oltre i 20 kwp.

Per saperne di più........

ENERGIA EOLICA!!!

L'energia eolica è il prodotto della conversione dell'energia cinetica del vento in altre forme di energia. Attualmente viene per lo più convertita in elettrica tramite una centrale eolica, mentre in passato l'energia del vento veniva utilizzata immediatamente sul posto come energia motrice per applicazioni industriali e pre-industriali. Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapporto costo/produzione, è stata anche la prima fonte energetica rinnovabile usata dall'uomo.
Il suo sfruttamento, relativamente semplice e poco costoso, è attuato tramite macchine eoliche divisibili in due gruppi ben distinti in funzione del tipo di modulo base adoperato definito generatore eolico:
Generatori eolici ad asse verticale,
Generatori eolici ad asse orizzontale.
Essa è pensata tenendo presente sia una produzione centralizzata in impianti da porre in luoghi alti e ventilati, sia un eventuale decentramento energetico, per il quale ogni Comune ha impianti di piccola taglia, composti da un numero esiguo di pale (1-3 turbine da 3-4 megawatt) con le quali genera in loco l'energia consumata dai suoi abitanti. Il tempo di installazione di un impianto è molto breve; fatti i rilievi sul campo per misurare la velocità del vento e la potenza elettrica producibile, si tratta di trasportare le pale eoliche e fermarle nel terreno. Il tempo di progettazione e costruzione di altre centrali (idroelettriche, termoelettriche,etc.) è superiore a 4 anni.
Nonostante le intenzioni siano le migliori, la mancanza di una legge quadro o di un testo unico sulle energie eoliche, diversamente dal solare, è considerata una delle cause della lenta diffusione della tecnologia rispetto all'estero. Benché l'eolico sia l'energia meno costosa, non è né massicciamente richiesto dai produttori elettrici che potrebbero rivenderlo al costo del kWh attuale con maggiori profitti, né è la prima quantità d'energia ad essere venduta nella Borsa elettrica che pur abbina domanda e offerta di energia in base al prezzo del kWh elettrico (l'eolico, avendo il prezzo per kWh più basso e conveniente, dovrebbe collocarsi subito).
Grazie ai recenti sviluppi tecnologici l'energia eolica inizia ad essere economicamente vantaggiosa. Il costo di installazione è relativamente basso (circa 1,5€ per Watt, se raffrontato ad altre tecnologie come ad esempio il fotovoltaico (circa 5€ per Watt).
Al 2004, secondo l'International Energy Agency, il costo medio di produzione dell'energia eolica sarebbe compreso tra 0,04-0,08 /kWh, anche se stime più recenti indicherebbero un costo ancora inferiore che farebbe presupporre nel breve termine un costo di 0,03 €/kWh del tutto concorrenziale rispetto ai costi dell'energia generata da fonti convenzionali (negli ultimi dieci anni la riduzione del costo di produzione di energia da fonti eoliche si è attestata sul 30%-50% e si prevede che la tendenza rimanga costante).
Impianti
Attualmente il costo di installazione in Italia, facendo riferimento ad impianti con una potenza nominale superiore ai 600 kW, varia tra gli 850 e i 1300 €/kW, il prezzo ovviamente varia secondo la complessità dell'orografia del terreno in cui l'impianto vada installato. Detto questo una centrale di 10 MW, allacciata quindi alla rete in AT, costerebbe tra gli 8 e i 13 milioni di euro, mentre per una centrale allacciata alla rete di MT (3-4 MW) il costo si comprime tra 0,9 e 1,2 milioni di Euro al MW. Gli unici capitoli di spesa totale riguardano solamente l'installazione e la manutenzione, essendo la fonte produttrice di energia (il vento) gratis. In relazione alla superficie occupata, una centrale eolica non toglie la possibilità di continuare le precedenti attività su quel terreno (tipo pastorizia ecc...). In alcuni paesi come la Danimarca la corrente prodotta con questo sistema ha raggiunto lo straordinario obiettivo del 23% del fabbisogno nazionale. Altri stati all'avanguardia sono la Spagna 9% e la Germania 7%.[2] L'Italia invece è settima nella classifica delle nazioni con le maggiori capacità installate.[3] Tra il 2000 e il 2006, la capacità mondiale installata è quadruplicata.

lunedì 19 gennaio 2009

Tutto l'universo obbedisce all'amore

Premessa:
Qual è la cosa più importante della nostra esistenza, la cosa per cui vale la pena vivere e verso cui indirizzare tutti i nostri sforzi? Nel film "Il senso della vita", di Monty Python, ci si pone una domanda - dallo spirito tipicamente buddista-: "C'è una vita prima della morte? ". Perché porsi quest'interrogativo è inusuale? Semplicemente perché noi ci facciamo solitamente la domanda contraria: "C'è una vita dopo della morte? ". E qual è l'importanza dell'interrogativo che ci pone "Il senso della vita"? Capire come non è possibile occuparsi del vivere se non si è fatto prima i conti con l'Amore! Vivere è amare: viviamo perché il domani ci porti qualcuno da amare, aspettiamo il domani per trascorrerlo con la persona amata, vogliamo morire quando non ci sentiamo amati e vivremo finché avremo persone attorno che ci amano (anche semplici amici): per un essere umano, il destino peggiore è quello di vivere e morire solo, senza amare e senza essere amato! L'Amore è il legame con l'esistenza, è "l'energia della vita": qualunque sia il nostro credo o la nostra fede - se fede vi è-, l'unica cosa cui nessuno può rinunciare e la prima cosa da ricercare nella vita è l'Amore...

"Come dire, donna" di Pietro Saglimbeni

Nessun poeta al mondo
col suo fiume di parole
saprebbe mai dire la bellezza del tuo cuore... donna!

Chi potrebbe rubare gli occhi
che guardano la bambola
dietro una vetrina, la mano
che pettina capelli artificiali
e la mano che asciuga lacrime vere... donna!

Nessun poeta è adatto,
ma neanche il pittore riesce,
a cogliere intera la tenerezza
di quei seni, l'ombra dei capezzoli, la curva
delle spalle che turba sogni e pensieri; come dire le intime radure di
Venere,
vene d'acqua che dissetano
mani e cuore... donna!

Non bastano un fiume di parole, il marmo
del mondo, l'arte di Fidias,
del Canova per quando
guardi intenta, e pensi, e lavori come sai, Eva senza peccato
odorosa mela... e donna!

Energia eolica? Anche dal ferramenta

"PINZE, martello, una manciata di chiodi e una turbina eolica". A fare un'ordinazione del genere in un negozio di ferramenta italiano si verrebbe presi per pazzi, ma in Gran Bretagna non è così. Il crescente interesse per la microgenerazione di elettricità ha finalmente fatto fare alle fonti rinnovabili l'atteso balzo dal mercato di nicchia a quello della grande distribuzione. Da qualche giorno" B&Q", una delle catene per il "fai da te" più grandi del Regno Unito (simile all'italiana Bricofer) ha messo infatti in vendita micropale eoliche e pannelli per il solare termico come fossero un qualsiasi articolo di ferramenta. E anche il prezzo, seppure non esattamente alla portata di tutti, non è certo proibitivo. Sborsando poco meno di 1.500 sterline (circa 2.200 euro) negli oltre 300 negozi a marchio "B&Q" sparsi per il paese è possibile acquistare una microturbina in grado, promettono i venditori, di tagliare la bolletta media di una famiglia del 30 per cento. Nel prezzo è inclusa inoltre la consulenza burocratica e tecnica per l'installazione (oviamente si deve abitare in un posto sufficientemente esposto al vento), il montaggio e anche l'assistenza legale per cercare di ottenere gli incentivi statali previsti per le rinnovabili (circa un 30% della spesa iniziale).
Le turbine, realizzate dalla ditta Windsave, sono capaci di produrre fino a un KW di energia che l'impianto elettrico di casa inizia a "succhiare" fino ad esaurimento prima di attaccarsi alla rete principale in caso di bisogno. Garantite dieci anni, alte due metri e larghe 1,75, le pale sono poco invasive, anche se naturalmente il tipo di edilizia britannica, con le caratteristiche case uni e bifamiliari, ne aiuta notevolmente la diffusione e potrebbero presto diventare parte del normale panorama, come lo sono diventate ormai le parabole satellitari. Oggi in Gran Bretagna, secondo stime giornalistiche, le famiglie dotate di un impianto di microgenerazione elettrica da fonti rinnovabili (eolico, solare, geotermico o microidroelettrico) sono 80 mila, ma è già stata fata molta strada da quando nel novembre scorso la stampa inglese raccontava la storia di Donnachadh McCarthy's, il primo londinese ad aver installato sul tetto della sua casa una turbina a vento. "In questo anno - racconta oggi il pioniere - con le mie pale ho prodotto il 20 per cento in più di energia rispetto a quella che ho acquistato dalla rete". Anche il leader dei Tory David Cameron, che ha fatto dell'impegno ambientalista il cavallo di battaglia per rinnovare l'appannata immagine dei conservatori, ha annunciato l'intenzione di piazzare un'elica e pannelli fotovoltaici per generare corrente sul tetto della sua villa londinese. Secondo alcuni giornali come il Daily Mail il governo di Tony Blair starebbe persino pensando di rendere le microturbine eoliche obbligatorie sui tetti di tutte le case. "Il punto di svolta nella diffusione delle energie rinnovabili è stato finalmente toccato", ha annunciato pochi giorni fa Cristopher Flavin, il presidente della prestigiosa istituzione ambientalista americana World Watch Institute. "Rimane ancora moltissimo da fare - ha spiegato Flavin - ma credo che un giorno, guardando indietro agli anni 2005, 2006 e 2007 diremo: 'Ecco, quello è stato il momento'".

Si ritenta l'impresa dell'auto volante


Ex ingegneri Nasa scommettono sul successo di un'utopia che risale agli anni Trenta
MILANO - Proprio come una graziosa utilitaria riesce a entrare nei garage più angusti, ma all'occorrenza è capace di spiccare il volo e portare a termine lunghi viaggi. Il mese prossimo sarà effettuato il test di volo della Terrafugia Transition, un'auto che riesce a librarsi in aria e a volare in appena 15 secondi. Secondo quanto racconta il Sunday Times se il veicolo sopravviverà a questo suo primo viaggio aereo, potrebbe sbarcare negli showroom internazionali tra meno di 18 mesi. Ideata da ex ingegneri della Nasa e prodotta dall'omonima società americana che ha sede nel Massachusetts, la Terrafugia Transition costa 200 mila dollari (circa 149 mila euro) ed è alimentata da un motore da 100 cavalli. I primi esempi di auto volante risalgono agli anni Trenta, alcuni esemplari sono nei musei.
TRA I CIELI E SULLE STRADE ORDINARIE - Anche dal punto di vista dei costi quest'auto volante appare sorprendente: secondo i tecnici che l'hanno costruita con il serbatoio pieno riesce a volare per oltre 800 km a una velocità di crociera di 185 km/h. Quando invece percorre le strade ordinarie la velocità massima che raggiunge è di 140 km/h. La compagnia americana ha fatto sapere di aver ricevuto già 40 ordini e assicura che gestire questo gioiello della meccanica è davvero semplice: l'auto infatti è alimentata a benzina senza piombo, basta premere un semplice pulsante per far ritirare le sue ali e trasformarla di nuovo in un' automobile: «Si tratta della prima auto volante le cui ali si ripiegano automaticamente e tutti i suoi componenti sono parte integrante dello stesso veicolo», afferma Carl Dietrich, patron della compagnia americana.
DUE PICCOLI SVANTAGGI - Gli americani che già si sono mossi per acquistarla avranno per adesso solo due piccoli svantaggi: il primo è quello dell'assicurazione. Sarà davvero difficile trovare qualche compagnia pronta ad assicurare il veicolo. In più c'è il problema del decollo: prima di spiaccare il volo, l'auto deve percorre un breve tratto di strada. Negli Usa l'unico Stato che permette ad un aereo o a qualsiasi apparecchio di decollare direttamente da una strada ordinaria è l'Alaska. In tutti gli altri è severamente proibito usare le strade come piste di volo. Per il produttore Deitrich con il passare degli anni le norme cambieranno e l'auto volante potrebbe diventare una realtà per una buona parte di cittadini americani: «Nel lungo periodo abbiamo le potenzialità per rendere il viaggio aereo qualcosa di estremamente pratico e fare in modo che i costi diventino più vantaggiosi di quelli su strada», conferma Dietrich. «Ciò permetterà alla gente di risparmiare tempo prezioso».

Copenaghen: riapre il museo sul mare

Visita all'Arken Museum, tutto nuovo. E un giro tra negozi di arredi e gioielli di design
La lobby dell'Hotel FoxContinua a osare, Copenaghen. Dopo due anni di lavori, l’Arken Museum, il museo d’arte moderna che si staglia sul mare come una prua tra le onde, ha riaperto i battenti. Con spazi raddoppiati (oltre 5000 metri quadrati) e due mostre, una delle quali dedicata alla scuola di Skagen aperta fino al 1° giugno. Un ottimo pretesto per un weekend in una città dove anche un albergo può diventare una galleria d’arte. All’Hotel Fox (Jarmers Plads 3, tel. 0045.33.13.30.00, doppia b&b da 168 €) i decori delle 61 camere sono opera di 21 artisti emergenti scelti in tutto il mondo. L’hotel è a un isolato dal Quartiere Latino, dedalo di viuzze a fianco dell’Università ad alta densità di locali. Qui l’Husmann’s Vinstue (Larsbjønsstræde 2, tel. 0045.33.11.58.86 ) è il posto giusto per provare gli smørrebrød, i sandwich con pane nero imburrato e diverse farciture, tornati a essere il lunch di tendenza. A due passi partono le vie dello shopping: lo Strøget e la parallela Kompagniestræde, dove, al 23, Casalinga (tel. 0045.33.93.18.46), shop e laboratorio, propone porcellane per la tavola dai colori delicati. Più avanti c'è Amagertorv, su cui si affacciano gli indirizzi storici del made in Danimarca: Royal Copenhagen , porcellane di alta qualità, Illums Bolighus, tempio dell’arredo design e Georg Jensen, gioielli dal 1909. Per il brunch ci si ferma al Café Europa (Amagertorv 1, tel. 0045.33.14.28.89) con i tavolini all’aperto.
La biblioteca di CopenaghenDue strade più in là, in Kronprinsengade 12, Ingrid Hoff (tel. 0045.33.15.30.02) propone gioielli di orafi diplomati all’accademia di design, come collier in oro e silicone colorato. Portamonete in feltro da infilare al polso si trovano invece da Galerie Metal (Nybrogade 26, tel. 0045.33.14.55.40). Un altro indirizzo per la lavorazione dell'oro è Bodil Binner (Ny Adelgade 7, tel. 0045.33.93.41.40), uno spazio decorato in marmorino bianco dall’artista italiano dello stucco, Gianni Polistena, dove si realizzano composizioni sorprendenti. A pochi metri il Café Zeze (Ny Ostergade 20, tel. 0045.33.14.23.90) è tra i ritrovi di tendenza per l’aperitivo. La passeggiata lungo il Nyhavn, il canale sul quale si affacciano bar e ristoranti, è l’occasione per visitare il nuovissimo The House (al n. 11, tel. 0045.32.95.00.24,), store che offre il meglio del design danese per la casa: da Arne Jacobsen a Louise Campbell.
La Mogens Dahl KoncertsalSull’altra sponda dell’ex porto Islands Brygge, un tempo zona operaia, i docks diventano loft ambiti da professionisti. Qui, nel Kigkurren, caseggiato che ospita atelier d’artisti e studi di designer, Sandra Davolio (tel. 0045.21.83.63.30, su appuntamento) crea ceramiche esposte anche in gallerie di Londra, New York e Stoccolma. Accanto a Vipp (l’azienda che produce cestini porta carta esposti al Louvre, la Mogens Dahl Koncertsal (Snorresgade 22, tel. 0045.70.23.00.82) è una sala da concerto in un ex stalla di una casa del Settecento. In cartellone, serate jazz e di musica classica. Anche Vesterbro Zona, l’ex quartiere a luci rosse, è in piena trasformazione: accanto al Meatpacking District, il mercato delle carni nato negli anni Trenta, aprono atelier e locali. Recentissimo, Karriere (Flæsketorvet 57-67, tel. 0045.33.22.15.509) è un ristorante e lounge bar realizzato con il contributo di artisti, fra cui gli italiani Maurizio Cattelan, Massimo Bartolini e Monica Bonvicini.

martedì 13 gennaio 2009

l'ultima cena


L'Ultima cena (detta anche il Cenacolo) è un dipinto di Leonardo da Vinci eseguito per il suo patrono, il duca di Milano Lodovico Sforza. Rappresenta la scena dell'ultima cena di Gesù; il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21, nel quale Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi discepoli.

L'opera misura 4,6 × 8,8 m e si trova nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Leonardo iniziò a lavorarvi nel 1495 e la completò nel 1498, come testimoniato da Luca Pacioli che in data 4 febbraio di quell'anno ne parla come di un'opera compiuta.

Come è noto, non si tratta di un affresco, in quanto Leonardo non ha mai realizzato affreschi nel senso esatto del termine. L'affresco è caratterizzato da una pittura stesa su uno strato di intonaco ancora fresco dove, a seguito del fenomeno di carbonatazione, il pigmento della pittura diventa parte dell'intonaco stesso garantendo una grande resistenza alla pittura. Leonardo, invece, a causa dei suoi lunghi tempi realizzativi e delle frequenti correzioni in vista del risultato finale, non "affrescava", metodo che richiede grande rapidità di esecuzione. Prediligeva invece dipingere su muro come dipingeva su tavola; i recenti restauri hanno permesso di appurare che l'artista usò una tempera grassa a base di olio di lino e di uovo stesa su un duplice strato di intonaco. La tecnica impiegata e l'uso di materiali organici, però, determinò ben presto un degrado dell'opera già citato dal Vasari nelle Vite. Stupisce nel Cenacolo la presenza di dettagli molto precisi visibili solo da distanza ravvicinata.

L'urlo di Munch



L'urlo di Munch

L'urlo e' il piu' celebre quadro di Munch ed, in assoluto, uno dei piu' famosi dell'espressionismo nordico. In esso e' condensato tutto il rapporto angoscioso che l'artista Munch avverte nei confronti della vita. Lo spunto del quadro l'urlo lo troviamo descritto nel suo diario:

Camminavo lungo la strada con due amici
quando il sole tramonto'
il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue
mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto
sul fiordo nerazzurro e sulla citta' c'erano sangue e lingue di fuoco
i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura
e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.



Lo spunto e' quindi decisamente autobiografico. L'uomo in primo piano che urla e' Munch stesso. Tuttavia, al di la' della sua relativa occasionalita', il quadro dell'urlo ha una indubbia capacita' di trasmettere sensazioni universali. E cio' soprattutto per il suo crudo stile pittorico.

Il quadro presenta, in primo piano, l'uomo che urla. Lo taglia in diagonale il parapetto del ponte visto in fuga verso sinistra. Sulla destra vi e' invece un innaturale paesaggio, desolato e poco accogliente. In alto il cielo e' striato di un rosso molto drammatico.

L'uomo e' rappresentato in maniera molto visionaria. Ha un aspetto sinuoso e molle. Piu' che ad un corpo, fa pensare ad uno spirito. La testa e' completamente calva come un teschio ricoperto da una pelle mummificata. Gli occhi hanno uno sguardo allucinato e terrorizzato. Il naso e' quasi assente, mentre la bocca si apre in uno spasmo innaturale. L'ovale della bocca e' il vero centro compositivo del quadro. Da esso le onde sonore del grido mettono in movimento tutto il quadro: agitano sia il corpo dell'uomo sia le onde che definiscono il paesaggio e il cielo.

Restano diritti solo il ponte e le sagome dei due uomini sullo sfondo. Sono sordi ed impassibili all'urlo che proviene dall'anima dell'uomo. Sono gli amici del pittore, incuranti della sua angoscia, a testimonianza della falsita' dei rapporti umani.

L'urlo di questo quadro e' una intesa esplosione di energia psichica. E' tutta l'angoscia che si racchiude in uno spirito tormentato che vuole esplodere in un grido liberatorio. Ma nel quadro non c'e' alcun elemento che induca a credere alla liberazione consolatoria. L'urlo rimane solo un grido sordo che non puo' essere avvertito dagli altri ma rappresenta tutto il dolore che vorrebbe uscire da noi, senza mai riuscirci. E cosi' l'urlo diviene solo un modo per guardare dentro di se', ritrovandovi angoscia e disperazione.

Edvard Munch, L'urlo, 1885

gioconda


La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto di Leonardo da Vinci che mostra una donna con un'espressione pensierosa e un leggero sorriso quasi enigmatico. Può essere considerato il dipinto più famoso del mondo, arrivando a essere l'icona stessa della pittura, o delle arti visuali in generale, poche altre opere sono così celebrate, romanticizzate e riprodotte. Venne dipinto a Firenze tra il 1503 e il 1506. È proprietà dello Stato francese ed è esposta al Museo del Louvre di Parigi.

Il dipinto

Si tratta di un dipinto a olio su legno di pioppo che misura 77x53 cm

Anche se è difficile guardare il dipinto in maniera critica e ignorare tutta la mitologia che lo circonda, esso mostra una maestria tecnica che lo pone tra i capolavori di Leonardo (anche se per alcuni l'Ultima cena è il suo lavoro più grande).

La natura dell'immagine è stata il soggetto di fiumi di discussioni. In generale, si può dire che la vividezza e l'ambiguità dell'espressione del viso è dovuta all'uso dello sfumato, che sfuoca le porzioni più espressive del volto (gli angoli degli occhi e la bocca) dando al quadro un'aria di mistero. Il sorriso enigmatico è la caratteristica principale del dipinto.

Sigmund Freud interpretò il sorriso come simboleggiante l'attrazione erotica di Leonardo nei confronti della sua cara madre. Altri lo hanno descritto come innocente e invitante al tempo stesso.

banca carime

Banca Carime S.p.A.

Non-Quoted Public Company
Viale Crati snc, Cosenza, I-87100, Italy
()39 0984 8011, 39 0984 805598 fax, http://www.carime.it
Primary SIC: Commercial Banks, Not Elsewhere Classified, Primary NAICS: Commercial Banking
Description: Finance: Banking. During 2003 the Bank merged with Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino Scarl and Banca Popolare di Luino e Varese SpA to form Banche Popolari Unite Scarl. Two new banks called Banca Popolare di Bergamo SpA and Banca Popolare del Commercio e Industria SpA were also created. The Bank then absorbed Banca Carime SpA and changed its name to Banca Carime SpA