domenica 9 novembre 2008

Trama: Trecento

Un gruppo di messaggeri persiani si presenta a Sparta e chiede al re Leonida (che sin dalla tenera età era resistente e poi da adolescente uccise un mostruoso lupo) la sottomissione di Sparta per conto del Grande Re Serse. Gli spartani offesi dal comportamento dei messaggeri, per ordine del loro re, li uccidono gettandoli in un pozzo con la prima mossa fatta da Leonida ma si rende conto della guerra che incombe e quindi si reca dall'oracolo per spiegare agli efori il suo piano per contrastare i persiani e per chiederne l'approvazione. Il re spartano porta anche l'offerta rituale in oro come richiesto dalla tradizione. In realtà gli efori sono stati corrotti dai persiani e quindi interpretano le profezie in modo da fermare Leonida. L'oracolo ordina quindi al re di attendere la fine della festività della Carneia prima di iniziare la guerra.

Nonostante gli avvertimenti Leonida raggruppa 300 dei migliori guerrieri spartani e si avvia a combattere contro i Persiani; formalmente i 300 sono la sua guardia personale e quindi il re non viola le richieste dell'oracolo. Durante il viaggio un gruppo di Arcadi si unisce alla spedizione. Arrivati alle Termopili, gli spartani costruiscono un muro con i cadaveri degli esploratori persiani che costringe l'esercito nemico a infilarsi in una stretta gola. La battaglia da affrontare sarà durissima: i persiani infatti possiedono un esercito enorme. Alle Termopili Leonida incontra Efialte, uno spartano deforme salvato da una morte certa in tenera età: la società di Sparta infatti, è molto rigida: solo i bambini sani possono vivere, quelli deformi sono gettati in un dirupo. Efialte informa il re dell'esistenza di un sentiero segreto tramite il quale è possibile aggirare le Termopili, quindi gli chiede di poter combattere con i 300 spartani per riscattare l'onore del padre. Leonida non può che rifiutare poiché gli impedimenti fisici di Efialte avrebbero creato un seppur minimo punto debole nell'impenetrabile muro di scudi della Falange spartana.

Mentre gli eserciti si fronteggiano a poche centinaia di passi di distanza, un araldo persiano ingiunge al contingente spartiate di gettare le armi; per tutta risposta è centrato in pieno petto da un giavellotto e Leonida risponde con la famosa frase "Venite a prendervele".Gli spartani utilizzano la formazione a falange all'interno della stretta gola delle Termopili,un muro di scudi e picche che grazie alla superiore abilità guerriera degli spartani respinge il nemico con gravi perdite. I persiani attaccano in massa ma le Termopili sono troppo strette perché permettano il passaggio e molti di loro precipitano nella scogliera. I persiani lanciano un'enorme quantità di frecce (che riesce a oscurare il sole) ma nessuna di esse riesce a colpire gli spartani.

Serse, impressionato dalla tenacia dei soldati di Leonida, si reca a parlare personalmente con il re Spartano e gli offre, in cambio della resa, il titolo di governatore della Grecia. Leonida rifiuta l'offerta deridendo il Re persiano che, offeso dagli insulti del re spartano, invia contro i 300 le sue truppe migliori, la fanteria d'élite degli Immortali, feroci e mostruosi guerrieri che si vestono di nero e portano spaventose maschere di metallo, che nonostante riescano a dare non poco filo da torcere agli spartani e a ucciderne molti, sono sconfitti grazie a una manovra laterale degli Arcadi preparata per tempo da Leonida.

Il giorno dopo Serse scaglia contro i soldati la fanteria persiana oltre a un enorme rinoceronte da guerra. Uno spartano però, come San Giorgio, abbatte il gran bestione con un colpo preciso di lancia. Serse allora invia prima i genieri dotati di esplosivi e gli elefanti da guerra. Entrambi gli attacchi falliscono.

Efialte intanto si reca nel campo dei persiani e in cambio di una posizione di prestigio all'interno dell'esercito di Serse rivela il percorso segreto per attraversare le Termopili.

Nello stesso tempo a Sparta la regina Gorgo su suggerimento di un consigliere cerca di convincere Terone ad aiutarla a convincere il consiglio spartano a inviare l'intero esercito in guerra. Terone accetta di aiutare Leonida ma chiede in cambio favori sessuali alla regina che, per il bene del marito, acconsente. Intanto i greci vengono a sapere del tradimento di Efialte e sono sorpresi alle spalle dall'esercito di Serse. Gli Arcadi decidono di ritirarsi in modo da evitare morte certa. Leonida e gli spartani invece rimangono al loro posto, come ordina la legge spartana, ma il re ordina al suo commilitone Delios, di tornare a Sparta e di raccontare la storia dei trecento in modo da convincere il consiglio spartano a inviare in guerra l'intero esercito della città. Delios esegue l'ordine di Leonida e abbandona il campo con gli Arcadi. Intanto a Sparta la regina Gorgo si presenta davanti al consiglio per chiedere l'intervento dell'esercito. Terone non sostiene la regina ma anzi l'accusa di adulterio davanti all'intero consiglio. La regina furente per gli insulti subiti brandisce una spada e uccide Terone. Questi cade a terra morto e alcune sue monete rotolano per la sala del consiglio, monete persiane che rendono palese il suo tradimento.

Alle Termopili i persiani circondano i 300 da tutti i lati e i messaggeri di Serse chiedono la resa di Leonida. Il Grande Re offre nuovamente il governo della Grecia a Leonida in cambio della sua sottomissione. Leonida si spoglia della propria armatura e con un movimento a sorpresa utilizza la propria lancia colpendo e ferendo Serse al labbro compiendo così la promessa fatta al Re dei Re prima della battaglia ("Prima che questa guerra sarà finita, si saprà che anche un Dio Re può sanguinare"). Serse ordina all'esercito di uccidere Leonida e gli arcieri persiani bersagliano da tutti i lati i 300 uccidendoli tutti, compreso Leonida che morirà per ultimo, crivellato di frecce.

Delios torna a Sparta e riferisce al consiglio delle gesta dei 300. Un anno dopo Delios termina il racconto delle gesta dei 300 davanti all'esercito dei greci al completo che stanno per affrontare l'esercito persiano. Egli ricorda che quell'esercito che riuscì con estrema difficoltà a vincere 300 spartani ora dovrà tremare davanti a 10.000 spartani e a 30.000 greci provenienti dalle altre città stato. Ha così inizio la battaglia di Platea, che vedrà vittoriosa la Grecia e segnerà la fine dell'invasione.

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